Brazilian Jiu Jitsu
Il Brazilian Jiu-Jitsu (BJJ) affonda le sue radici nel Judo, sviluppandosi intorno al 1920 grazie all’insegnamento del maestro Mitsuyo Maeda, che trasmise i principi della lotta a terra (ne-waza) ad allievi come Carlos Gracie e Luis França. Da allora, questa disciplina ha subito un’evoluzione continua, trasformandosi in uno sport autonomo con un proprio regolamento, sistemi di graduazione e circuiti competitivi.
Oggi, il BJJ è una delle arti marziali più praticate al mondo, con tornei internazionali e palestre dedicate in ogni continente. La sua efficacia si basa sulla capacità di controllare l’avversario al suolo, sfruttando tecnica, strategia e intelligenza motoria piuttosto che la forza fisica.
Oltre all’aspetto agonistico, il Brazilian Jiu-Jitsu è anche un eccellente strumento per la difesa personale, particolarmente efficace per sviluppare consapevolezza corporea, autostima e sicurezza. In questo contesto, la versione senza kimono, conosciuta come Grappling, risulta particolarmente indicata per l’autodifesa e in particolare per la difesa femminile, grazie alla sua capacità di neutralizzare avversari più forti attraverso leve, posizioni e strategie di controllo.